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Intervista a Monica Zorzi

28 Mayo 2024 | Débora Lewinson | Artículos

Lewinson Art mira a pubblicizzare il talento degli artisti nel mondo. Per quello che ha selezionato al artista Monica Zorzi, in Maggio 2024, per la bellezza del suo lavoro, e per quello lo ho intervistato e pubblicato nella nostra galleria virtuale.

1) Di dove sei?

Sono italiana, sono nata e abito in provincia di Treviso.

2) Come hai iniziato l’arte?

Negli anni della mia infanzia la stessa scuola sensibilizzava all’arte. C’erano i dettati di poesia da illustrare con i nostri disegni, concorsi di pittura e di disegno. Dipingevo su jeans e magliette. Sui 16-17 anni dipingevo su vetro: andai ad aiutare una conoscente, a decorare a mano un’enorme plafoniera in vetro, per un committente arabo. Poi su commissione un armadio in vetro. E poi con i miei amici Riccardo e Claudia del Liceo Artistico, andavamo con tela e cavalletto e colori ad olio, a dipingere scorci della bella Treviso: vendevamo tutto e, a volte ci offrivano da bere!

3) Cosa ti ispira ad eseguire un’opera?

Vorrei, se posso, rispondere con una lirica di Friedrich Holderlin: “AD SE IPSUM” “Impara l’arte dalla vita, la vita dall’opera d’arte. E vedrai bene l’una come l’altra.”

4) Raccontaci di qualche esperienza interessante della tua vita di artista.

Una delle mie più belle esperienze fu il progetto ERASMUS, a Cardiff, da studente. Avevo uno spazio grande tutto mio, da sfruttare dalle 8 del mattino alle 8 di sera e, dei bravi professori! Fu l’anno delle installazioni. Per realizzare questi progetti mi servivano mobili e pezzi di mobili, che andavo di notte a raccattare nei rifiuti ingombranti della città. Mi affascinava attraverso questi oggetti usati, immaginare le vite di tanti sconosciuti. La stessa magia la provavo nei negozi di seconda mano, alcuni assomigliavano a dei veri e propri camerini dei Musical. Comprai tanti vestiti e accessori, con cui feci dei pacchi, indurendoli con il vinavil. Fu un’esperienza meravigliosa.

5) Ti piace lavorare su un ’argomento particolare?

Molti argomenti che tratto hanno come soggetti la donna, per quanto la cosa non sia razionale, l’inconscio mi porta ad interpretare la realtà nella mia dimensione: al femminile.

6) Quali artisti hanno influenzato il tuo lavoro?

Ho studiato in un periodo meraviglioso dell’arte, che offriva artisti grandiosi da cui ispirarsi e imparare. Ne cito solo alcuni e, mi dispiace tralasciarne molti: Twombly, Rothko, Hamilton, Gilbert & George, Hockney, Sharman, Rachel Whiteread, Cèsar, Polke, Rauschenberg, Rotella, Gerhard Richter, la body art…

7) Che risposta ha avuto il pubblico sul tuo lavoro?

Il pubblico, in media, risponde in modo relativo a ciò che gli propongo: se presento un buon lavoro lo riconosce, se non presento un buon lavoro lo riconosce!

8) Hai qualche lavoro preferito che hai fatto?

Sono molto legata ai miei lavori realizzati con pittura acrilica, olio e carboncino su stampa digitale. I miei preferiti sono “BUGIARDA” e “BORSE”, realizzati dal 2008 al 2012.

9) Cosa faresti per interessare maggiormente le persone all’arte?

Per interessare maggiormente le persone all’arte, credo che bisognerebbe lavorare a livello istituzionale e, lavorare nelle scuole, perché è dai bambini che si costruisce una società. La tecnologia ci aiuta a vivere meglio ma, serve sviluppare il lato umanistico nelle persone, per uscire dall’individualismo e cercare il bene comune. L’arte aiuta a questo, ad esplorare il lato spirituale dell’esistenza, servendosi anche della tecnologia. Deve essere portatrice di messaggi, di verità, di etica, di civile convivenza. La conoscenza tecnologica è importante quanto la conoscenza dell’animo umano.

Sono felice di essere stata in vostra compagnia attraverso questa intervista. Con affetto, Monica Zorzi.